ASSISI


Giotto "Il sogno di Innocenzo III"- Chiesa di San Francesco - Assisi
 

Assisi, città umbra adagiata sulle pendici del monte Subasio è la città di Francesco, il Santo poverello patrono d’Italia. Essa è stata dichiarata dall’ UNESCO patrimonio mondiale.
Le parole sono inadeguate a descrivere il fascino sottile che emana questa cittadina, le sue strade, i suoi boschi, le sue chiese. Bisogna andarci e poi tornarci perché la pace che i suoi luoghi lasciano nel cuore la si vuole riprovare.
Cercherò di descrivere brevemente i luoghi più ricchi di spiritualità e bellezza proponendo anche un servizio fotografico da me scattato o da me rielaborato attraverso immagini tratte da libri.
Nel fare questo rievocherò la vita di San Francesco perché ci accompagni nel nostro pellegrinaggio.
Il mio desiderio infatti è quello di fare un pellegrinaggio insieme a voi e non quello di dare notizie storico-artistiche sulle opere ripetutamente analizzate da critici e storici che più di me sono adatti a questo scopo.

 

San Damiano

 

San Francesco

 

Santa Chiara

 

La Porziuncola

 

Casa di Accoglienza


San Damiano

Pellegrinaggio

Iniziamo il nostro pellegrinaggio da San Damiano, la chiesa convento che accolse Santa Chiara fino alla sua morte avvenuta nel 1253. Sostando sul piazzale e rivolgendo lo sguardo verso la salita che s'inerpica sul monte, San Francesco ci viene incontro a darci il ben venuto, stretto nel suo mantello di bronzo.
La costruzione di pietra nuda ci invita al raccoglimento e ci viene spontaneo segnarci con la croce.



San Damiano
 

Entriamo in silenzio nel chiostro per raccoglierci e pensiamo al giorno in cui Francesco si avvicinò al Crocifisso appoggiato alle pareti cadenti della chiesetta e lo sentì parlare "Va, ripara la mia casa che cade in rovina"  gli disse e da quel momento Francesco iniziò il suo cammino di fede riparando e rigenerando l'intera chiesa.
Il percorso di Francesco cominciò con la riparazione delle mura di San Damiano. Per questo iniziamo da qui  il nostro pellegrinaggio.
Entrando nella cappella ci mettiamo in preghiera. E' spoglia, davanti all'arcata pende la copia del grande crocifisso che ci invita a flettere il ginocchio. Cerchiamo la comunione con il Santo poverello e lo ringraziamo di averci insegnato ad amare Cristo e a seguire la sua verità attraverso il vangelo.
Non vorremmo più muoverci perché sentiamo una gran pace ma ci sono tanti luoghi e tante emozioni ancora da vivere, tante voci interiori ancora da ascoltare.
Ci alziamo e ci prepariamo all'incontro con Chiara, la Santa che condivise con Francesco Madonna Povertà.



Ci dirigiamo verso  il coretto dove la Santa sostò tante ore nella preghiera e ci uniamo a lei. Ci sembra di vederla inginocchiata, le mani giunte, gli occhi serrati e la gioia di Cristo dipinta sul volto. Chiara le diciamo, illumina la nostra strada con la luce della tua preghiera.


Crocifisso di San Damiano - l'originale è ora conservato nella chiesa di Santa Chiara.
Il Crocifisso è stato dipinto nel dodicesimo secolo da un pittore umbro.
Per saperne di più cliccare qui e sarete trasportati nella sezione attingi  / icone.
 

Santa Chiara risponde sempre alle preghiere, lei occupa un posto molto speciale nel cuore di Gesù e nel cuore di Francesco, se vogliamo che la nostra preghiera trovi grazia nella compassione amorevole di nostro Signore dobbiamo affidarla a lei. Dopo averla chiamata "dolce sorella"  ci alziamo e fissiamo gli occhi sul pannello che la ritrae sul letto di morte, al traguardo da lei tanto sognato, sulla soglia della vita che da quel momento per lei diventerà eterna.

Saliamo le scale ed entriamo nell'oratorio interno del Convento dove la santa e le consorelle si radunavano per pregare insieme. Ci sentiamo una cosa sola ormai con il mondo di Francesco e la preghiera non ha più bisogno di parole, è diventata un moto dell'anima. Con un sorriso fissiamo lo sguardo  sulla  Santa  Vergine che avvicina la mano alla bocca del bambino per fargli mordere il suo dito e provare la gioia di sentirne i dentini che sono ormai spuntati.


Con una grande serenità varchiamo la soglia del dormitorio ove Chiara morì l'11 di Agosto del 1253.
Sentiamo il desiderio di ringraziare Dio per non averci lasciati soli e ci sporgiamo dalla finestra che guarda sulla vallata. Ci riempiamo gli occhi della natura che ha assistito al miracolo di Dio che ha chiamato a sé l'anima dell'uomo per farla rivivere nel suo grande amore.

Prima di terminare la nostra visita sostiamo in silenzio davanti al crocifisso nella sala attigua alla cappella. Lo guardiamo con amore e ci accorgiamo che accostandoci a lui ci sorride. Sembra un miracolo perché a prima vista il suo viso ci era sembrato contratto nel dolore. L'artista ha saputo amare nostro Signore al punto da fare cambiare al suo volto l'espressione a secondo del punto di vista in cui noi lo guardiamo.

Come poterti ringraziare Signore?
Come poterti offrire la nostra umanità?
Non c'è voce che possa alzare a te la lode
non c'è occhio che possa fissare in te lo sguardo
non c'è cuore che possa ritmare il palpito
che vorremmo lasciare ai piedi della Croce.
Ricordati di noi che siamo pellegrini sulla terra
sorridi quando saremo giunti in cielo
e accoglici come tuoi fratelli che dopo tanta strada
ti chiediamo di potere abitare la tua Casa.
AMEN

   

       


Crocifisso di Frate Innocenzo da Palermo (1637)

Usciamo in silenzio dal Santuario e ci avviamo su per la salita che porta verso la strada statale. Sulla nostra sinistra vi sono cespugli di bacche rosse e gialle e sulla nostra destra una distesa di alberi d'olivo millenari. Immaginiamo che anche San Francesco e Santa Chiara abbiano sostato sotto questi olivi e ci portiamo via la gioia di avere vissuto insieme a loro nell'amore di Dio per alcune ore.


San Francesco

Sul colle del Paradiso sorge la Basilica di San Francesco. Essa, voluta dal Papa Gregorio IX e seguita nei lavori dal compagno di Francesco frate Elia fu costruita per conservarvi il corpo di Francesco. Il 25 maggio 1230 il corpo di Francesco fu traslato dalla chiesa di San Giorgio (ove ora sorge la basilica di Sta Chiara), nella Basilica inferiore e occultato sotto l'altare maggiore per preservarlo da future possibili scorrerie. L' edificio si compone di due chiese sovrapposte che si aprono ognuna in una piazza diversa unite da una bellissima scalinata esterna. La Basilica inferiore fu costruita per prima, essa è una gigantesca cripta dalla forma romanica con un'unica navata ed un ampio transetto, la sua pianta è a forma di Tau, (l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico cara a San Francesco), essa era destinata ai pellegrini ed alla venerazione del Santo. La chiesa superiore è in stile gotico, ha l'aspetto di una ampia e luminosa sala divisa in quattro campate con un transetto e un'abside poligonale, essa era destinata alle riunioni ufficiali e ad accogliere il Papa.

 

Basilica inferiore
clicca su di essa per vederla ingrandita.

 

 

 

 

Basilica superiore clicca su di essa per vederla ingrandita

 

La scalinata esterna che unisce le due piazze e le due chiese.

 

 

Entrando nella Basilica inferiore siamo immersi nella penombra che predispone il nostro animo alla preghiera. Per raccoglierci meglio scendiamo nella cripta costruita sotto l'altare maggiore dove furono scoperti e sono conservati i resti mortali di Francesco. Insieme a lui vi sono i corpi di Jacopa dei Sette Soli e dei compagni di Francesco Leone, Rufino, Masseo ed Angelo. Questo è il luogo più suggestivo ed è qui che la mente vola in alto e si addentra nei misteri della fede.  Stiamo nel cuore di Assisi, ci uniamo al cuore santo di Francesco e dei suoi compagni.
Con una sensazione di grande gratitudine risaliamo le scale e con gli occhi rivolti verso l'alto  ci immergiamo nella visione inimmaginabile degli affreschi dipinti da Giotto e Cimabue sulla volta e sulle pareti del transetto Nord. La vita di Gesù ci accompagna, gli occhi si riempiono di bellezza, i colori delle immagini sacre aumentano il nostro coinvolgimento interiore.
(per ingrandire le immagini cliccarci sopra)
Giotto - La visita di Maria a Santa Elisabetta Giotto - La nascita di Gesù Giotto - La visita dei Re Magi a Gesù bambino Giotto - La presentazione al Tempio Giotto - La crocifissione di Gesù Cimabue - Il trono della Maestà Rimaniamo senza parole e vogliamo trasmettervi le nostre sensazioni attraverso una carrellata di immagini. Per vederne i particolari cliccare sulla scena ogni volta che passando il mouse sugli affreschi alla vostra sinistra esso si trasforma in manina.
L'incontro di Maria con Santa Elisabetta ci riporta all'inizio della nostra salvezza e ci induce a meditare sull'umiltà e il servizio che Maria, pur se all'inizio della sua incredibile gravidanza, ci indica andando ad aiutare la cugina Elisabetta incinta. Ed ecco il Bimbo nasce in una stalla mentre Giuseppe medita perplesso sul destino tanto grande che Dio gli ha preparato.
I re maggi vengono con doni ad adorarlo e si prostano a turno a ricevere sul capo la carezza di Gesù.
Arriva il giorno della presentazione al tempio e il vecchio Simeone riconosce il Figlio divino che attendeva per poter morire e con dolore predice alla Vergine santissima che una spada trapasserà il suo cuore.
La spada è più tagliente di quanto Maria potesse immaginare: suo Figlio è sulla croce accompagnato dal dolore di Giovanni e delle donne, ma la festa degli angeli intorno alla sua croce ne celebra la gloria e San Franceso seguito da Sant'Antonio e da un altro francescano  si inginocchiano per ringraziare il Cristo del suo amore ed adorare Dio.
Sul trono della maestà divina sorretto da quattro angeli ci appare la Madonna con il bambino benedicente (dipinta da Cimabue), alla sua destra San Francesco con i piedi scalzi mostra le sue stimmati e stringe al cuore il libro della vita. Sotto la Maestà cinque beati francescani pregano commossi .

 

Ci spostiamo nel transetto sud per vivere la Passione di Cristo raffigurata da Piero Lorenzetti.

Siamo colpiti dal grande pannello sulla parete sinistra e fissiamo lo sguardo su Cristo che appare tra i due ladroni crocifisso contro un fondale di un azzurro intenso, intorno alla croce uno stuolo di angeli in un movimento concitato sembra voglia trasportare il Crocifisso in cielo, tutto è compiuto, il popolo
sgomento in basso ci sembra lontano. Guardando la maestosa croce protesa verso il cielo, non proviamo dolore ma una gioia intensa e la gratitudine ci riempie l'anima.
L'intero transetto ci parla della Passione e   insieme ne riviviamo alcune scene che ci toccano il cuore.


 

 

 

 

L'andata al Calvario di Gesù mesta e cadenzata nel passo ci riempie di smarrimento e con dolore fissiamo gli occhi sulla schiena del centurione che vuole trattenere il cammino di Maria, di Giovanni e delle pie donne.
Infine fissiamo gli occhi sulla scena più bella e dolorosa del transetto e vorremmo anche noi portare giù Gesù dalla Croce con la nostre braccia.

Una immagine particolare attira ancora la nostra attenzione vicino alla scala interna che conduce al chiostro ed è  l'immagine di San Francesco nell'atto di ricevere le stimmati.
Ci ricordiamo dell'Averna e di Gesù nelle sembianze di un angelo crocifisso che gli apparve in una cascata d'oro rilucente con le ali del colore del rubino fiammeggiante, due di esse sovrapposte a coprirne il corpo nudo, due dispiegate a fendere l'aria e due aperte dietro le braccia spalancate e inchiodate sulla croce... vediamo allora le cinque ferite aperte del Signore stamparsi nel corpo di Francesco. Ci sembra che Gesù abbia preso le fattezze dell'arcangelo Gabriele per portare un messaggio al mondo e dire: su questa croce vi è il Figlio di Dio che viene a voi mandato dal Padre per incontrarvi tutti. Popoli della terra, a qualsiasi religione apparteniate, inginocchiatevi perché il Signore vi ha perdonato, Cristo si è immolato per voi e vi ha salvato.

Attraverso il chiostro ci avviamo alla Basilica superiore per ripercorrere la vita del Santo Poverello attraverso la Leggenda di San Francesco affrescata da Giotto.

 

Con tenerezza sostiamo davanti all'immagine di Santa Chiara che dà l'estremo saluto a Francesco e riviviamo l'amore incommensurabile che le creature umane vivono quando si incontrano nel cuore di Gesù che costituisce "il loro TUTTO".

 

L'ultima sosta è per lui, Francesco, che ormai ci ha preso il cuore e gli chiediamo di benedirci e di parlarci con lo stesso linguaggio che ha usato per dialogare con gli uccelli.

Usciamo all'aperto e ci soffermiamo sulla piazza antistante la Basilica superiore dove i fiori disegnano un grande TAU sull'erba verde e la scritta PAX ci si incide in cuore.

Pace diciamo
popoli tutti della terra,
pace nei cuori,
pace nei gesti,
pace sulle nostre labbra
allarghiamo le braccia
come il Cristo in Croce,
accogliamo chi bussa
distribuiamo amore.
M.T.

Santa Chiara
Non si può tornare a casa senza avere pregato sulla tomba di Santa Chiara. Per questo entriamo nella basilica che le fu costruita nel sito ove era l'antica chiesa di San Giorgio, prima sepoltura di Francesco.
Qui il corpo della Santa fu traslato nel 1260 da San Damiano dove riposava dall'11 agosto del 1253.
Della chiesa di San Giorgio rimane ancora una parte in cui si conserva l'antico Crocifisso di San Damiano che parlò al Santo.


 

     

   Ci fermiamo davanti all'affresco che ci parla della vita della santa e ci accostiamo al bellissimo affresco di un pittore umbro che ritrae il viso giovane di Chiara con un realismo tale che a noi sembra di poterle parlare.

Davanti all'urna della Santa ci inginocchiamo e ascoltiamo le parole di Chiara che ci benedicono:

Nostro Signore ti benedica e ti conservi nel suo amore, ti mostri il suo volto e ti riempia della sua misericordia.

Possa farti sentire la Sua presenza e ti dia pace. Sia con te in ogni momento e ti conceda di vivere in Lui per sempre .

La Porziuncola

Prima di ritornare a casa vogliamo incontrare Francesco nella sua Porziuncola e ricevere quell'indulgenza plenaria che lui chiese ed ottenne dal papa Onorio III nel 1216 per creare un luogo di pace in Assisi in cui il perdono del Signore scendesse sui suoi figli che a quel tempo, per riceverlo, dovevano recarsi a combattere in Terra Santa. Qui Chiara da Favarone di Offreduccio ricevette da Francesco l'abito religioso. Questo fu il centro del francescanesimo e qui Francesco morì nel 1226.



In questo luogo sentiamo che il nostro pellegrinaggio può terminare. Qui Francesco ritornò alla Casa del Padre trasportato dagli angeli ed accolto da Maria che con lacrime di commozione abbracciò il figlio che più di qualsiasi altro sulla terra aveva saputo amare e vivere seguendo la parola di Gesù .

Vergine Santa
Tu che apri la porta a chi t'invoca
accogli i tuoi figli che cercano il perdono
acquieta le nostre ansie e le paure
portaci da Francesco
e lasciaci gioire del suo amore.
AMEN


Casa di Accoglienza delle Francescane dei Poveri

Stanchi ma felici ritorniamo nella casa delle suore francescane dei poveri che ci ospita in località Rivotorto e godiamo dello spettacolo che la natura ci offre al tramonto del sole. Davanti al disco infuocato che incendia i cespugli recitiamo le lodi che san Francesco ha dedicato al Signore :

 

         Tu es sanctus dominus deus. Tu es deus deorum, qui facis mirabilia. Tu es quietas, tu es gaudium. Tu es mansuetudo. Tu es protector, tu es custos et defensor, Pius et misericors et salvator.
Tu sei santo mio Dio e mio Signore.
Tu Dio di tutti gli dei sei colui che compie prodigi.
Tu sei quieta pace e gaudio,
tu sei la dolcezza, il protettore, il custode, il difensore,
tu sei amorevole e misericordioso
tu sei il salvatore.
                                               T